Alejandro “Papu” Gomez è tornato a parlare del suo presente e del difficile passato recente. Intervenuto al canale YouTube De Visitante, il fantasista argentino oggi al Padova ha ripercorso i due anni di squalifica che lo hanno tenuto lontano dal calcio, un periodo che ha rischiato seriamente di mettere fine alla sua carriera.
“Due anni sembravano un’eternità”
“Sinceramente non sapevo se sarei tornato a giocare. Due anni mi sembravano tantissimi. Ho pensato al ritiro per via dell’età: a 25 anni sarebbe stato diverso, ma a 35… Pensavo: ‘Mancano due anni, che faccio?’. Mi sono imposto una routine: palestra, padel, allenamenti. All’inizio è stata durissima, non capivo perché fosse capitato a me, nel momento più alto della mia carriera, dopo un Mondiale vinto”, ha raccontato.
“Responsabilità mia, ma la pena è stata sproporzionata”
Il Papu non si è nascosto dietro scuse: “La responsabilità è stata mia, sono stato uno sciocco a prendere uno sciroppo per la tosse che non avrei dovuto. Però due anni di squalifica sono troppi: se prendi cocaina o fumi una canna ti danno sei mesi. Io per uno sciroppo di mio figlio mi sono beccato due anni. Una cosa del genere non ha senso”.
Un periodo buio, affrontato con rabbia e delusione verso il sistema, ma che non ha spento la sua voglia di giocare: “L’ho subita, ma sono qui, a lottare”.